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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, II, 20
 
originale
 
20 Si omnia fato, quid mihi divinatio prodest? Quod enim is qui divinat praedicit, id vero futurum est, ut ne illud quidem sciam quale sit, quod Deiotarum, necessarium nostrum, ex itinere aquila revocavit; qui nisi revertisset, in eo conclavi ei cubandum fuisset, quod proxuma nocte corruit; ruina igitur oppressus esset. At id neque, si fatum fuerat, effugisset nec, si non fuerat, in eum casum incidisset. Quid ergo adiuvat divinatio, aut quid est quod me moneant aut sortes aut exta aut ulla praedictio? Si enim fatum fuit classes populi Romani bello Punico primo alteram naufragio, alteram a Poenis depressam interire, etiamsi tripudium solistumum pulli fecissent L. Iunio et P. Claudio consulibus, classes tamen interissent. Sin, cum auspiciis obtemperatum esset, interiturae classes non fuerunt, non interierunt fato; vultis autem omnia fato; nulla igitur est divinatio.
 
traduzione
 
20 Se tutto avviene per decreto del fato, a che mi serve la divinazione? Ci? che l'indovino predice, avverr? senza dubbio; sicch? non so nemmeno che valore abbia il fatto che un'aquila distolse il nostro amico Dei?taro dal proseguite un viaggio; se non fosse tornato indietro, tu dici, avrebbe dovuto dormire in quella stanza che nella notte seguente croll?, ed egli sarebbe morto sotto le macerie. Ma se era destinato che ci? accadesse, non sarebbe sfuggito a quella sciagura; se non era destinato, non vi sarebbe incorso. Quale aiuto, dunque, d? la divinazione, quale avviso utile possono darmi le sorti, le viscere, qualsiasi presagio? Se era destinato che nella prima guerra punica le due flotte romane andassero perdute, l'una per un naufragio, l'altra affondata dai cartaginesi, anche se i polli avessero dato ai consoli Lucio Giunio e Publio Claudio l'auspicio pi? favorevole di tutti, le flotte sarebbero egualmente andate perdute. Se invece, qualora si fosse obbedito agli auspicii, le flotte non sarebbero andate perdute, non ? a causa del fato che andarono perdute. Ma voi volete che tutto avvenga per decreto del fato; e allora la divinazione non vale nulla.
 

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